Oltre a Ravenna CCS, Eni e Snam partecipano a diversi progetti nel contesto internazionale.
Un elemento determinante nel favorire lo sviluppo di nuovi progetti di CCUS è la nascita del concetto di “CCS HUB”. In passato, infatti, i progetti di stoccaggio erano storicamente dei progetti ad integrazione verticale, con un impianto di cattura abbinato ad un sistema di trasporto e ad un sito di stoccaggio dedicati. Questa impostazione necessitava per risultare economica di progetti di grandi dimensioni, non facilmente realizzabili. Recentemente si è, invece, affermata la tendenza a disaccoppiare la parte di cattura delle emissioni dall’infrastruttura di trasporto e stoccaggio, che può così essere condivisa da più impianti di cattura e da più soggetti industriali. In questo modo, anche i progetti di cattura di dimensioni minori possono accedere ai benefici dell’economia di scala e risultare quindi competitivi. Gli Hub di CCUS sono l’elemento fondamentale che rende possibile l’applicazione di questo processo determinante per il raggiungimento della neutralità carbonica a nuovi contesti industriali, superando la barriera che negli anni passati lo vedeva quasi esclusivo appannaggio dell’industria petrolifera per motivi economici e strutturali.
Il progetto Ravenna CCS è una iniziativa di punta nel campo della CCS. Le grandi capacità di stoccaggio dei giacimenti esauriti di Eni nell’Adriatico, 500 milioni di tonnellate, lo renderanno il centro di cattura e stoccaggio di anidride carbonica di riferimento per l’Italia ed il più grande dell’Europa meridionale.
Eni è partner in Norvegia di Sleipner: il primo progetto di CCS in Europa e il primo al mondo dedicato esclusivamente allo stoccaggio geologico permanente. Operativo dal 1996, ha già iniettato oltre 20 milioni tonnellate (Mtp) di anidride carbonica in una formazione salina profonda del mare del nord, affermandosi come esempio della fattibilità tecnica ed industriale della CCS. Nel Regno Unito, inoltre, Eni partecipa al progetto integrato Hynet nel Nord Ovest dell'Inghilterra in qualità di operatore delle attività di trasporto e stoccaggio della CO2. L’avvio è previsto entro il 2030 con una capacità di cattura iniziale di 4,5 Mtpa di CO2 e la possibilità di espanderla fino a 10 Mtpa oltre il 2030.
Sempre nel Regno Unito, inoltre, ad agosto 2023 Eni ha ricevuto l’approvazione dalla North Sea Transition Authority (NSTA) per una licenza di stoccaggio di anidride carbonica nel giacimento di gas depletato di Hewett, nel Mare del Nord meridionale britannico, e in cui l’azienda prevede di sviluppare un progetto CCS che contribuirà alla decarbonizzazione dell'area di Bacton e Thames Estuary, immagazzinando in modo permanente la CO2 con una capacità di stoccaggio di circa 330 milioni di tonnellate.
Infine, per quanto riguarda l’Olanda, Eni è attiva sul fronte CCS a seguito dell’acquisizione di Neptune, come operatore del progetto L-10. Lo start-up del progetto è previsto entro la fine del 2030 con un progressivo incremento dell'iniezione di CO2 fino a 5 Mtpa negli anni successivi.
Snam è molto attiva in Europa nel perimetro della transizione energetica. Oltre alle partecipazioni ai progetti di trasporto dell’idrogeno verde prodotto in nord Africa e la sua distribuzione in Europa, la società è attiva in UK e Irlanda sia con progettualità proprie che come shareholder di Storegga e dCarbonX (50%). Storegga, key player globale in ambito CCS e assegnataria di uno dei due cluster CCS (Scottish Cluster, Acorn Project) nel secondo round promosso dal governo inglese, ha al momento sviluppato per Acorn una prima fase di stoccaggio di CO2 pari a circa 5 Mtpa incrementalmente scalabili fino a 0.5Btpa in acquifero salino profondo. Oltre a ciò, coi partner Sval e Neptune Energy ha ottenuto una licenza per sviluppare Trudvang CCS, nel Mare del Nord norvegese. dCarbonX, compagnia leader globale nell’esplorazione legata alla transizione energetica e allo stoccaggio multi-molecola, ha recentemente ottenuto dal governo inglese una licenza per lo stoccaggio di gas naturale e idrogeno nell’ovest dell’Inghilterra e Snam è parte attiva e integrale nello sviluppo del progetto, che si prevede potrà essere operativo alla fine del 2027. In Irlanda, le attività sono attualmente di fattibilità tecnico-commerciale per progetti di stoccaggio multi-molecola. Snam è altresì attiva nello sviluppo di tecnologie innovative per la cattura e l’utilizzo della CO2 da processi industriali, sia nell’industria hard-to-abate che in ambito di carbon removal.
Il progetto di cattura e stoccaggio della CO2 che Eni e Snam stanno sviluppando per ridurre le emissioni degli impianti industriali “hard to abate”.
Il progetto di cattura e stoccaggio della CO2 che Eni e Snam stanno sviluppando per ridurre le emissioni degli impianti industriali “hard to abate”.