Vista aerea del paesaggio ravennate fluviale che sfocia nel mare

Le nostre attività

L’impianto di stoccaggio della CO2 che Eni e Snam stanno sviluppando al largo della costa ravennate, per immagazzinare nei campi a gas esauriti le emissioni dei distretti industriali.

Nuove opportunità di crescita grazie alla decarbonizzazione

Il progetto Ravenna CCS consiste nella realizzazione di una infrastruttura di stoccaggio della CO2 (Carbon Capture and Storage – CCS) in cui l'anidride carbonica emessa viene catturata all'origine, trasportata e immagazzinata nei giacimenti a gas esauriti dell’Adriatico. L’obiettivo è contribuire alla riduzione delle emissioni dei distretti industriali per renderli più sostenibili e più competitivi sul mercato, creando le condizioni per nuove opportunità di crescita economica attraverso la decarbonizzazione.

Grazie all’ammissione da parte della Commissione Europea del progetto integrato Carbon Capture and Storage (CCS) Callisto alla lista dei Progetti di Interesse Comune (Progetti PCI), l’hub di stoccaggio della CO2 di Ravenna avrà un ruolo chiave nella creazione di una filiera internazionale ad alto contenuto tecnologico nel settore della decarbonizzazione.

La cattura, il trasporto e lo stoccaggio della CO2

Il progetto prevede lo stoccaggio geologico permanente dell’anidride carbonica catturata dai camini industriali di terze parti e trasportata tramite tubazioni interrate o via nave fino alla stazione di pompaggio di Casalborsetti.

Eni (Operatore) e Snam stanno sviluppando il progetto Ravenna CCS, il primo in Italia dedicato alla cattura, al trasporto e allo stoccaggio permanente della CO2, realizzato a scopi esclusivamente ambientali per contribuire alla decarbonizzazione dei settori industriali.

Il progetto Ravenna CCS è articolato in fasi.

La fase 1, avviata ad agosto 2024 e progettata per catturare e stoccare fino a 25mila tonnellate di CO2 emesse dalla centrale Eni di trattamento del gas naturale di Casalborsetti, nel comune di Ravenna, ha confermato l’elevata efficienza del sistema di cattura implementato (>90%). Questo risultato è particolarmente rilevante considerando la bassa concentrazione di anidride carbonica emessa dai camini della centrale (<3%), che rappresenta ad oggi la condizione più sfidante riscontrabile da un punto di vista industriale.

L’anidride carbonica, una volta catturata, è stata trasportata attraverso condotte precedentemente utilizzate per il trasporto del gas naturale e opportunamente riconvertite, fino alla piattaforma offshore di Porto Corsini Mare Ovest e si trova ora stoccata in modo permanente nell’omonimo giacimento a gas esaurito a circa 3.000 metri di profondità.

I numeri del progetto

Sfruttando la grande capacità dei giacimenti a gas esauriti dell’Adriatico, l’hub di Ravenna sarà uno dei siti più grandi al mondo per lo stoccaggio della CO2 ed il principale del Mediterraneo.

Successivamente alla Fase 1 si procederà con la Fase 2, previo completamento degli iter autorizzativi già avviati. La successiva fase industriale si pone l’obiettivo entro il 2030 di stoccare fino a 4 milioni di tonnellate di CO2 all'anno per contribuire alla decarbonizzazione delle industrie e dei settori hard to abate. Dal 2030 in poi la grande capacità dei giacimenti, stimata in oltre 500 milioni di tonnellate totali, permetterà di incrementare la portata a 16 o più milioni di tonnellate all’anno in base alle richieste proveniente dal mercato.

4 Mton/a

Capacità di iniezione annua
di CO2 entro il 2030

16+ Mton/a

Capacità di iniezione annua
di CO2 oltre il 2030

500+ Mton

Capacità totale
stoccaggio di CO2

Il progetto Ravenna CCS

Background

Un’opportunità unica al mondo

Il progetto è in grado di abbattere da subito fino al 90% delle emissioni di CO2 delle attività produttive ad esso collegate, come ad esempio quelle delle centrali termoelettriche o dei settori produttivi definiti “hard to abate” e cioè quelli per cui, ad oggi, non sono disponibili tecnologie per la decarbonizzazione che siano realmente applicabili ed efficaci (cemento, siderurgia, industria chimica e petrolchimica etc.). Mettendo a sistema l’approfondita conoscenza dei giacimenti maturata da Eni, l’esperienza decennale nel trasporto e stoccaggio del gas naturale di Snam con le tecnologie più moderne che, in tutto il mondo, si stanno sviluppando sul fronte della cattura delle emissioni, si potranno riconvertire a una nuova funzione i campi a gas ormai esauriti dell’Adriatico per contribuire al raggiungimento degli obiettivi di decarbonizzazione dell’Italia e dell’Europa. La produzione di gas naturale dai giacimenti così riconvertiti terminerà completamente.

Il progetto consente la realizzazione di una catena multimodale integrata per la CO2, che include una rete di gasdotti onshore e un hub logistico per la CO2, situato all’interno dell’area industriale di Ravenna, il quale consentirà la ricezione della CO2 trasportata in forma liquida tramite nave, treno e camion.

Snam è responsabile della realizzazione delle pipelines onshore dedicate al trasporto della CO2, che seguirà uno sviluppo modulare, con l’obiettivo di collegare i principali distretti industriali del Nord Italia all’infrastruttura di stoccaggio.

A luglio 2024 è stato avviato l’iter autorizzativo di Valutazione di Impatto Ambientale (VIA), ai sensi del D.Lgs. 152/2006, per le prime direttrici di gasdotti che convoglieranno la CO2 catturata dai poli industriali del ferrarese e del ravennate fino alla stazione di pompaggio di Casalborsetti, e da lì ai giacimenti esauriti dell’Adriatico.

La documentazione completa è disponibile per la consultazione pubblica sul Portale delle Valutazioni Ambientali e Autorizzazioni del Ministero dell’Ambiente e della Sicurezza Energetica (VAS–VIA–AIA) al seguente link:
CCS Pianura Padana - Rete di Trasporto CO2, Gasdotti Ferrara-Casalborsetti e Ravenna-Casalborsetti - Documentazione - Valutazioni e Autorizzazioni Ambientali - VAS - VIA - AIA

Cartina nord italia con indicazione delle rotte dei trasporti: due via pipe dal nord italia verso Ravenna, una via nave dal sud che converge verso Ravenna

Riquificalificazione

Valorizzazione delle competenze e riconversione delle infrastrutture

La piena realizzazione del progetto Ravenna CCS permetterà di riqualificare e valorizzare le competenze già presenti sul territorio, ad esempio nella logistica e nelle attività offshore, settori che impiegano una manodopera altamente specializzata. La riconversione di circa il 10% delle infrastrutture esistenti, come pipeline e strutture offshore, inoltre, consentirà di raggiungere gli ambiziosi obiettivi di decarbonizzazione in tempi rapidi e a costi contenuti e, al tempo stesso, di minimizzare l’impatto sul territorio del progetto.

Crescita e Sostenibilità

Salvaguardia della competitività del distretto produttivo

Oltre a contribuire al raggiungimento degli obiettivi di decarbonizzazione italiani ed europei, il progetto Ravenna CCS potrà generare significativi benefici economici per il distretto industriale ravennate e, più in generale, per il sistema produttivo italiano. La possibilità di catturare le emissioni industriali permetterà di sviluppare una filiera di prodotti e servizi a ridotte emissioni di CO2 in grado di rilanciare l’economia e l’occupazione. Un altro aspetto importante sarà la riduzione del rischio di delocalizzazione delle imprese verso paesi extra UE con legislazioni ambientali più permissive. Un fenomeno, noto come “carbon leakage” che, oltre ad essere molto dannoso per la competitività delle attività economiche dell’eurozona vanifica l’impegno condiviso per la riduzione delle emissioni di gas serra a livello mondiale. La presenza nell’area di un grande hub dedicato alla cattura e stoccaggio delle emissioni di CO2 contribuirà non solo a preservare la competitività del distretto, ma anche ad aumentarne l’attrattività nei confronti di operatori nazionali e internazionali interessati ad avviare nuove iniziative industriali sostenibili.

Ravenna CCS, per una filiera italiana nella decarbonizzazione.

Il progetto di cattura e stoccaggio della CO2 che Eni e Snam stanno sviluppando per ridurre le emissioni degli impianti industriali “hard to abate”.

Joint venture

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